inComunicati Copagri il25 Luglio 2024

Grano duro, puntare su contratti di filiera e ricerca per tutelare asset strategico del Paese

Intervento del presidente Battista all’odierna riunione al Masaf preparatoria all’istituzione del Tavolo della filiera cerealicola

Roma, 25 luglio 2024 – “La filiera cerealicola rappresenta uno degli asset strategici del Paese, in grado di dare lavoro a decine di migliaia di persone e consolidare il Made in Italy agroalimentare nel mondo, ma per tutelare questo patrimonio bisogna continuare a lavorare per stabilire al suo interno dei rapporti equi”. Lo ha ricordato il presidente della Copagri Tommaso Battista intervenendo alla riunione della filiera cerealicola, svoltasi oggi al Masaf e presieduta dal Sottosegretario all’agricoltura Patrizio La Pietra.

“Per questo, oltre alla sempre più avvertita necessità di puntare sulla strada della ricerca e dell’innovazione, non si può prescindere dall’avvio di una seria riflessione sul ricorso ai contratti di filiera, da intendersi quali strumenti cardine per tutelare la redditività dei produttori agricoli, andando al contempo a incrementare la produzione di grano duro e, di conseguenza, a ridurre progressivamente la dipendenza della filiera dall’approvvigionamento dai mercati esteri”, ha aggiunto Battista intervenendo all’incontro, durante il quale sono state gettate le basi per la ripresa del piano di settore, con particolare riferimento al triticum.

“La sfida della produzione di grano duro, infatti, sia in termini di incremento quantitativo che qualitativo, rappresenta senza dubbio un elemento cruciale per l’intera filiera, in ragione dell’esigenza di far fronte all’intensificazione della domanda e di contenere la dipendenza dall’estero, anche al fine di evitare problematiche di approvvigionamento e di aumento dei costi”, ha osservato il presidente.

“Ragionare in termini di quantità significa anche agire in relazione alle sempre più evidenti ricadute del climate change e degli eventi meteorologici estremi, che penalizzano la produzione e rappresentano un pericolo costante per tutte le produzioni agricole”, ha continuato Battista, facendo notare che “nel 2022, nonostante l’incremento di 40mila ettari fatto registrare in Italia per le superfici coltivate a grano duro, la produzione ha subito un calo di 1,5 milioni di quintali circa su base annua”.

“Le condizioni ambientali mutevoli, inoltre, impattano in maniera diretta sulla qualità del grano duro, incidendo ad esempio sulla quantità di contenuto proteico, con ricadute sul valore commerciale del prodotto e sulla redditività dei produttori agricoli”, ha precisato il presidente della Copagri, esprimendo soddisfazione per l’intenzione del Masaf di voler procedere con l’istituzione del Tavolo della filiera cerealicola.