Piano Mattei, contenuti e intenti più che positivi, ma attenzione a rispetto principio di reciprocità
Intervento del presidente Battista alla seconda riunione a Palazzo Chigi della Cabina di Regia del Piano Mattei per l’Africa
Roma, 24 aprile 2024 – “Puntare su un continente in netta e continua crescita dal punto di vista demografico, con una popolazione che nel 2050 sfiorerà i 2 miliardi di abitanti, e soprattutto sotto il profilo economico, con un aumento del PIL che nel 2024 sta viaggiando su una media del 5,5%, è fondamentale per diversificare e ampliare i mercati del nostro interscambio commerciale, andando al contempo a promuovere la cooperazione allo sviluppo e l’eccellenza e l’unicità del nostro know how”. Lo evidenzia il presidente della Copagri Tommaso Battista in occasione della seconda riunione della Cabina di Regia del Piano Mattei per l’Africa, svoltasi oggi a Palazzo Chigi e presieduta dal vicepremier Antonio Tajani.
“Nel condividere pienamente i contenuti e gli intenti del Piano e le opportunità che potrà generare per le imprese italiane e i partner africani, non possiamo mancare di segnalare come, con specifico riferimento all’agricoltura, nascano alcune preoccupazioni circa gli obiettivi esplicitati nella nota di sintesi diffusa nella scorsa riunione e legati, in particolare, al principio di reciprocità, il cui mancato o parziale rispetto potrebbe rappresentare un serio pericolo per i produttori agricoli e i consumatori”, fa notare il presidente.
“Puntare sulla valorizzazione delle produzioni alimentari africane anche al fine di incrementarne il valore in un’ottica di commercializzazione nei mercati occidentali, infatti, rischia di portare a una commercializzazione tout court dei beni agroalimentari ivi prodotti”, continua Battista, osservando che “gli elevati standard precauzionali vigenti in Europa non sono necessariamente validi nei paesi africani”.
“Basti pensare al rischio legato all’utilizzo di prodotti chimici banditi dai territori dell’Unione Europea, ma ampiamente utilizzati in agricoltura in paesi terzi; senza contare, poi, il rispetto degli elevati standard in materia di tutela dei lavoratori e dell’ambiente”, rimarca il presidente della Copagri, ad avviso del quale “tutti questi fattori, sommati al maggior costo del lavoro e dell’energia nel continente comunitario, rischiano di incidere sulla competitività dei nostri produttori agricoli, i quali si troverebbero a competere con merci prodotte a prezzi nettamente inferiori”.