inComunicati Copagri il3 Agosto 2023

Frumento, asset strategico che necessita di stabilità e rapporti di filiera equi

Intervento della Confederazione all’odierna riunione al Masaf su produzione, trasformazione e commercializzazione frumento e derivati

Roma, 3 agosto 2023 – “La filiera del frumento e dei cereali dalla produzione alla trasformazione, per approdare alla commercializzazione, rappresenta un asset strategico del Paese in grado di dare lavoro a decine di migliaia di occupati, di costruire ricchezza e di consolidare il Made in Italy agroalimentare nel mondo. Tuttavia, pur discutendone ormai da anni, riteniamo che occorra fare di più per stabilire al suo interno dei rapporti equi, in quanto non ci si può occupare del reddito degli agricoltori solo quando i prezzi tendono a salire, per dinamiche internazionali, invocando una normalizzazione dei corsi”. Lo ha sottolineato la Copagri intervenendo all’odierna riunione su produzione, trasformazione e commercializzazione del frumento e dei prodotti derivati, svoltasi al Masaf alla presenza del Sottosegretario Patrizio La Pietra.

“È evidente che la cosiddetta filiera non abbia funzionato e i motivi sono da ricercare negli squilibri all’interno di essa, tutti a sfavore della parte agricola. Non possiamo dimenticare che a fronte della crescita dei prezzi, come nel caso del grano duro, c’è stato un balzo verso l’alto di tutti i fattori produttivi, cui si vanno ad aggiungere dinamiche dei prezzi non molto chiare”, ha aggiunto la Copagri, secondo cui “se vogliamo riuscire a normalizzare i rapporti interni alla filiera occorre iniziare prima di tutto a dare il giusto valore ad ogni anello che la compone e successivamente provare anche a disaggregare il concetto di prezzo che massimizza il profitto trasformandolo in un valore stabilito sul tavolo di filiera; un andamento meno altalenante dei prezzi, infatti, riuscirebbe a dare stabilità a tutto il sistema, inducendo maggiormente gli agricoltori ad investire nel settore, stimolati da maggiori certezze”.

“Tutto questo, però – ha osservato la Copagri – non può prescindere dal supporto che la ricerca e la genetica devono dare alla produzione agricola, al fine di fornire all’industria prodotti di migliore qualità riuscendo al contempo a contrastare i problemi causati dal cambiamento climatico e dall’aumento di parassiti”.

“Dobbiamo anche fare in modo di invertire la tendenza delle troppe varietà seminate che provengono dall’estero. Il CREA ha la capacità, il personale e le condizioni per essere di supporto a tutto il comparto ed è uno degli Istituti più importanti al mondo ed è in condizione, quindi, di far recuperare alla genetica italiana quegli spazi che le sono necessari; occorre, però, che venga messo in condizione di far fare all’agroalimentare un salto di qualità al fine di equiparare il nostro Paese a quelli più evoluti”, ha concluso la Confederazione.