Agrinsieme: no a vendita olio d’oliva sfuso; proposta Commissione UE mette a rischio sanità, qualità e concorrenza

Lettera del Coordinamento al Dicastero della Politiche Agricole affinché intervenga per respingere con forza proposta comunitaria

Roma, 2 agosto 2022Agrinsieme, coordinamento che riunisce Cia – Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, ha scritto una lettera al Ministero della Politiche Agricole Alimentari e Forestali affinché si adoperi per respingere con forza la proposta della Commissione UE di autorizzare la vendita di olio d’oliva sfuso su base volontaria.

Tale ipotesi, che prevede la modifica del Regolamento di esecuzione 29/2012, comporterebbe seri rischi di sicurezza, di mercato, di reputazione e di frode, sostiene il Coordinemento, secondo cui il primo rischio riguarda la qualità dell’olio d’oliva e la sicurezza sanitaria per il consumatore, che sarebbero compromesse dalla commercializzazione del prodotto in bottiglie aperte e riutilizzabili. Modalità che non darebbero alcuna garanzia neanche sul rispetto delle norme igieniche.

La proposta della Commissione Ue aumenterebbe anche il rischio di frodi, poiché risulterebbe molto difficile, se non impossibile, monitorare la qualità dell’olio d’oliva rimanente nel contenitore dopo la sua apertura. Ad essere compromessa sarebbe poi la trasparenza nei confronti dei consumatori, che non avrebbero garanzie sulla corrispondenza tra quanto indicato in etichetta e quanto contenuto nella bottiglia riempita.

Tutto ciò – specifica Agrinsieme nella missiva al Mipaaf – vanificherebbe gli sforzi degli operatori del settore, che nel corso degli anni hanno lavorato duramente per garantire la qualità dell’olio d’oliva immesso sul mercato e investito nella sensibilizzazione su qualità e valori nutrizionali di questo prodotto di eccellenza e simbolo della dieta mediterranea. Se venisse autorizzata la vendita di olio sfuso su base volontaria, verrebbero annullati molti di questi risultati e si andrebbe incontro ad una distorsione della concorrenza interna nel mercato unico.

Per Agrinsieme, l’autorizzazione alla vendita di prodotti sfusi su base volontaria non risponderebbe, come auspicato dalla Commissione UE, alle preoccupazioni dei consumatori in materia di sostenibilità ambientale; tale modalità di vendita, infatti, non riduce né elimina l’impatto ambientale dell’imballaggio, poiché il prodotto dovrebbe essere comunque riconfezionato nei negozi in contenitori che non offrirebbero lo stesso livello di garanzie igieniche degli imballaggi standardizzati, visto che non sarebbero soggetti a controlli obbligatori di conformità alle normative ambientali.

Agrinsieme chiede quindi con forza il sostegno dell’amministrazione italiana sul mantenimento dell’obbligo di imbottigliamento per l’olio d’oliva, per non metterne a rischio sicurezza, qualità e reputazione, nonché per il bene dei produttori e dei consumatori.