inComunicati regionali il5 Dicembre 2024

Sardegna: Pecorino Romano, bene modifiche su fermenti e approvvigionamento, ma perplessità per altre decisioni

Patteri, privilegiare la qualità in luogo della quantità per tutelare la storia secolare della pastorizia sarda

Cagliari, 5 dicembre 2024 – “Se da una parte sono certamente positive le modifiche apportate al disciplinare di produzione del Pecorino Romano relative all’uso di fermenti autoctoni certificati e soprattutto all’approvvigionamento alimentare degli animali, che dovrà provenire per almeno il 50% dall’areale produttivo, dall’altro lato, lasciano perplessi diverse altre decisioni assunte”. Lo afferma il presidente della Copagri Sardegna Giuseppe Patteri all’indomani dell’assemblea del Consorzio di Tutela del Formaggio.

“La mancata scelta di vincolare la produzione del latte alle sole razze autoctone presenti nella zona produttiva, ovvero Sardegna, Lazio e provincia di Grosseto, non tiene conto di alcuni fattori decisamente rilevanti, sia in termini di autenticità e distinguibilità della DOP che in relazione alla strategia di mercato e alla collocazione in esso del Pecorino Romano”, spiega Patteri, precisando di non avere nulla in contrario al fatto che il latte ottenuto da razze diverse da quella sarda possa essere destinato a produzioni non DOP.

“Non bisogna mai dimenticare, infatti, i grandi risultati raggiunti nel recente passato, direttamente collegati alla scelta di puntare tutto sulla qualità e sulla diversificazione del prodotto, con le quotazioni del Pecorino Romano passate dai 6,35 euro al kg del 2019 ai 13,59 euro al kg del 2023, valore oggi attestatosi su cifre leggermente inferiori”, continua il presidente, ad avviso del quale “bisogna insistere sull’innalzamento del livello qualitativo, così da raggiungere standard sempre più elevati”.

“In altre parole, bisogna assecondare il consumatore, che sempre più spesso chiede genuinità e identitarietà di un prodotto, tenendo sempre in debita considerazione l’importanza della sostenibilità ambientale e della tutela della biodiversità, con il fine ultimo di andare a premiare la qualità, da intendersi in termini di CLA e aminoacidi essenziali, piuttosto che la quantità”, rimarca Patteri.

“La decisione di privilegiare incrementi quantitativi, al contrario, puntando quindi sul passaggio dall’allevamento brado a quello intensivo, rischia di inflazionare significativamente il mercato del latte, oltre a incidere negativamente sulla valenza socioculturale del Pecorino Romano, indissolubilmente legata alla storia secolare della pastorizia sarda”, conclude il presidente della Copagri Sardegna.