inRassegna Stampa il1 Luglio 2024

Ansa, “Olio, azzeramento Iva in Spagna non preoccupa l’Italia” (29/06/24)

(ANSA) – ROMA, 29 GIU – Non scalda gli animi ma non sembra
neanche preoccupare gli operatori e addetti ai lavori della
filiera olivicola italiana la decisione della Spagna di azzerare
in maniera temporanea l’Iva sull’olio extra vergine di oliva a
partire dal 1° luglio fino al 30 settembre.
La misura adottata dal governo spagnolo è giudicata come un
riallineamento di mercato dovuta a deficit produttivi e alla
necessità di sostenere il consumo di olio di oliva. Allo stesso
tempo gli esperti del comparto oleario italiano non lanciano
allarmi per eventuali ripercussioni su prodotti ed export
tricolore nel Paese iberico dove l’Italia nel 2023, secondo
recenti rilevazioni, ha esportato in Spagna circa 50.000
tonnellate di olio d’oliva per un valore di oltre 200 milioni di
euro. Sull’efficacia della misura, gli esperti sostengono invece
che è ancora troppo presto per trarre conclusioni definitive ma
bisognerà attendere la fine della misura temporanea per avere un
quadro più chiaro sulla sua reale efficacia nel contenere i
prezzi e sostenere il consumo di olio d’oliva in Spagna. “La
Spagna – commenta David Granieri, presidente del Consorzio
olivicolo Unaprol e vide presidente di Coldiretti – è stata
costretta a fare questo tipo di operazione di riallineamento sul
mercato derivante da deficit produttivi. La Spagna va ricordato
è una grande Paese che vende sfuso. Questa in atto è chiaramente
un’operazione di riallineamento. Sul fronte prezzi dell’olio non
credo sia possibile un ribasso: non c’è prodotto in magazzino e
le previsioni per la prossima raccolta, anche se è prematuro
dirlo, non sono buone, soprattutto al Sud Italia a causa della
siccità”. “Evidentemente in Spagna – afferma Vincenzo Lenucci,
direttore direttore settore economico di Confagricoltura – la
contrazione dei consumi è più elevata della nostra che è
all’11%. Quanto all’impatto e ripercussioni sul nostro export
nel Paese iberico posso dire che solo il 6% del nostro prodotto
va in Spagna e dunque è una destinazione relativa”. “Nel 2023 –
sottolinea Tommaso Battista, presidente COPAGRI – la Spagna ha
avuto poca produzione e ha avuto bisogno della nostra. Anche noi
importiamo molto dalla Spagna. Bisognerà capire il rapporto che
ci sarà. Sicuramente è un’iniziativa interessante per gli
agricoltori spagnoli”. Per la Cia – Confederazione italiana
agricoltori – visto il basso export italiano in Spagna, la
misura adottata non inciderà sui produttori italiani.
Intanto il Coi – il Consiglio oleicolo internazionale –
informa che la produzione globale di olio d’oliva è scesa da
3,42 milioni di tonnellate nella stagione 2021-2022 a 2,57
milioni di tonnellate nel 2022-2023. Secondo i dati forniti dai
37 Stati membri dell’organizzazione, nel 2023-2024 dovrebbe
scendere a 2,41 milioni di tonnellate. Il trend – evidenziano
gli analisti – ha causato un aumento dei prezzi tra il 50% e il
70% nell’ultimo anno, a seconda della varietà interessata. I
prezzi in Spagna, che fornisce circa la metà dell’olio d’oliva
mondiale, sono invece triplicati dal 2021. Positivo l’export di
olio e olive, secondo l’ultimo rapporto mensile sul commercio
agroalimentare pubblicato dalla Commissione europea: le
esportazioni di olive e olio d’oliva hanno registrato l’aumento
maggiore rispetto al 2023 (+615 milioni di euro, +51%) a causa
dei prezzi più alti, nonostante un leggero calo dei volumi.
(ANSA).
2024-06-29T17:12:00+02:00
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