inComunicati regionali il10 Gennaio 2024

Puglia: bonifica, grande preoccupazione di Copagri e Confagricoltura per la costituzione del Consorzio Unico

Problematiche numerose; in assenza di risposte pronti a disertare votazioni per elezione organi consortili

Bari, 10 gennaio 2024 – Le federazioni regionali della Copagri e della Confagricoltura esprimono grande preoccupazione per la costituzione del Consorzio Unico di Bonifica, attivo dal 1° gennaio 2024.

“Abbiamo richiesto a gennaio e a luglio dello scorso anno un incontro congiunto con il presidente della Regione Michele Emiliano e con gli assessori al Bilancio Raffaele Piemontese e alle Risorse Agricole Donato Pentassuglia, ma non abbiamo ricevuto alcun riscontro”, ricordano le due sigle, ad avviso delle quali “questo atteggiamento di chiusura è vergognoso”.

“Dopo un trentennio di costante deterioramento dell’azione e dell’immagine dei quattro Consorzi commissariati, spesso pesantemente condizionati finanziariamente nella possibilità di svolgere completamente l’azione di ordinaria manutenzione delle infrastrutture a presidio del territorio, con un’immagine notevolmente compromessa, negli ultimi anni si è concretizzata la possibilità di restituire ai Consorzi la funzione di enti promotori delle politiche di sviluppo e di maggiore sicurezza nei territori ricompresi nei comprensori di bonifica ed anche in quelle aree non assoggettate al pagamento dei contributi di bonifica”, proseguono Copagri e Confagricoltura Puglia, secondo cui “il processo di riforma dei Consorzi di Bonifica avviato con le Leggi regionali 12/2011, 4/2012 e 1/2017, finalizzato in definitiva al risanamento di questi importantissimi enti attraverso il raggiungimento dell’equilibrio di gestione, non può dirsi completato, in quanto le finalità prevista dalla Legge 1/2017 non sono state compiutamente raggiunte”.

“Facciamo riferimento ai debiti nei confronti della Regione Puglia di ben oltre 160 milioni di euro, di cui non conosciamo la definizione”, proseguono le organizzazioni, ad avviso delle quali “è necessario dotarsi di nuovi piani di classifica che correggano i precedenti, totalmente errati, e allargare la platea dei contribuenti, mutuando il principio che a sostenere il costo per fronteggiare il rischio idraulico e idrogeologico debba concorrere la maggioranza della popolazione pugliese e non soltanto quei proprietari di terreni situati nelle aree più difficili e spesso svantaggiate della Regione”.

“Serve inoltre favorire l’esodo incentivato del personale a tempo indeterminato finalizzato al potenziamento delle Aree Tecniche con l’obiettivo di promuovere una forte e rinnovata spinta progettuale in grado di intercettare le risorse disponibili nell’ambito della pianificazione europea, nazionale e regionale”, aggiungono Copagri e Confagricoltura Puglia, sottolineando l’importanza di “avviare un processo di sviluppo e rilancio delle politiche di formazione degli associati in un’ottica di comune sinergia nelle politiche agricole essenziali al rilancio del territorio pugliese”.

“Queste forti perplessità – rimarcano – sono aumentate dopo la decisione n. 36273 della Corte di cassazione sezione Tributaria, che il 19 dicembre 2023 ha sancito finalmente un principio che sosteniamo da anni, ovvero l’obbligo di contribuire alle opere eseguite da un consorzio di bonifica e, quindi, l’assoggettamento al potere impositivo di quest’ultimo, postulano, ai sensi del R.D. 13 febbraio 1933, n. 215, art. 10, la proprietà di un immobile che sia incluso nel perimetro consortile e che tragga vantaggio, cioè un incremento di valore, da quelle opere; detto vantaggio, peraltro, deve essere diretto e specifico, conseguito o conseguibile dal singolo fondo a causa della bonifica, cioè idoneo a tradursi in una qualità del fondo, non essendo sufficiente un beneficio relativo al complessivo territorio e meramente derivante solo per riflesso dall’inclusione in esso del bene”.

“Da quanto sopra evidenziato, riteniamo che la costituzione di un Consorzio Unico non sia la soluzione migliore e soprattutto chiediamo che, prima di procedere all’autogoverno, venga definita chiaramente la posizione debitoria nei confronti della Regione, unitamente all’avvio del nuovo piano di classifica, perché a pagare la manutenzione ordinaria non possono essere sempre le aziende agricole; infine, considerato che per quasi un trentennio non sono state realizzate opere di manutenzione ordinaria, risulta inderogabile che le opere di manutenzione diventate di natura straordinaria debbano essere eseguite dalla Regione, in quanto proprietaria dei terreni”, concludono Copagri e Confagricoltura Puglia, informando che “in assenza di queste risposte, gli associati delle due organizzazioni sono pronti a disertare le votazioni per l’elezione dei nuovi organi consortili”.