inComunicati Copagri il3 Agosto 2022

Zootecnia, sospesa temporaneamente la protesta prevista per il 4/08 a Brescia

Cavaliere, stop dopo limitazioni Questura e per non pregiudicare confronto, ma teniamo alta attenzione e non escludiamo nuove iniziative

Milano, 3 agosto 2022 – “A seguito di un primo confronto preliminare con i vertici locali dell’Agenzia delle Entrate, e in considerazione dell’instabilità politica che sta vivendo il Paese in questi giorni complicati, è stata momentaneamente sospesa la nuova protesta di piazza della zootecnia prevista per domani, giovedì 4 agosto, a Brescia”. Lo annuncia il presidente della Copagri Lombardia e dell’APL Pianura Padana Roberto Cavaliere, spiegando che “la sospensione non va certamente a chiudere lo stato di agitazione degli allevatori, che da tempo scontano i drammatici effetti di una congiuntura negativa legata alla gestione delle quote latte e ai rincari record dei costi di produzione e dell’energia”.

“Il momentaneo stop alla protesta è arrivato al termine di una lunga riflessione, durante la quale tutti gli allevatori interessati hanno concordato sulla necessità di far prevalere il loro grande senso di responsabilità e di andare al contempo a evitare ulteriori contrapposizioni che potrebbero pregiudicare il confronto in atto volto a risolvere la situazione”, aggiunge il presidente, precisando che “tra i motivi dello stop ci sono, inoltre, le numerose limitazioni imposte dalla Questura di Brescia, che avrebbero di fatto stravolto l’organizzazione della manifestazione”.

“Nonostante ciò, non escludiamo la possibile organizzazione di nuove iniziative o forme di protesta e continueremo a tenere alta l’attenzione sulle sorti di un comparto di fondamentale importanza per l’economia della Lombardia e del Paese intero, dal quale dipende circa la metà della produzione lattiero-casearia nazionale; in gioco – ricorda Cavaliere – c’è la sopravvivenza di circa un terzo degli allevamenti lombardi e la concreta eventualità di perdere 12-15 milioni di quintali di latte, pari al 10% della produzione nazionale, arrecando gravissimi e irreparabili danni al tessuto produttivo del Paese”.