In Puglia la Xylella avanza, ma i metodi di rilevamento restano invariati; serve cambio di passo

Battista, bene immediato svellimento, ma gravi ritardi in identificazione precoce infezione

Bari, 30 settembre 2020 – Il ritrovamento di svariati olivi infetti da Xylella in agro di Monopoli, adiacenti alla zona indenne, dimostra ancora una volta i ritardi le inefficienze della Regione Puglia. Come già specificato in precedenti interventi, la Copagri Puglia ritiene l’operato dell’Assessorato assolutamente inadeguato rispetto alle esigenze di un’efficace lotta al batterio, come anche sottolineato da più addetti ai lavori.

“Se è certamente positivo un immediato intervento di svellimento delle piante in questione e l’accertamento della presenza o meno di altre piante infette in zona, non possono passare sotto silenzio i gravi ritardi nel praticare tecniche di rilevamento adeguate all’identificazione precoce dell’infezione e azioni efficaci di contenimento del vettore, unici modi per avere qualche possibilità di fermare il batterio”, afferma il presidente della Copagri Puglia Tommaso Battista. “Né ci si può lamentare, a sette anni dal rinvenimento del batterio, dell’assenza di uno studio epidemiologico, di stretta competenza regionale, che riesca a spiegare l’avanzata della Xylella”, aggiunge.

Da molto tempo ormai si è acclarato come l’identificazione di piante asintomatiche costituisca un’efficace operazione per cercare la Xylella nelle piantagioni di olivo e prevenirne diffusione. Nonostante ciò, si continua a inseguire il batterio con prelievi di campioni sulle piante malate. L’episodio di Monopoli ne è un’ulteriore riprova, in quanto, come avvenuto a Locorotondo, le maglie su cui vegetano piante malate erano già state ispezionate nei precedenti monitoraggi senza trovare traccia dei sintomi oggi presenti.

Allo stesso modo, si è continuato ad utilizzare per la sua scarsa affidabilità il test Elisa, nonostante già da due anni fosse stato fortemente consigliato il suo abbandono da parte dei tecnici e il sopravvenuto divieto decretato dal recente Regolamento comunitario in materia di lotta alla Xylella che prevede le analisi molecolari considerate più efficaci e più attendibili. Per questi ed altri motivi non si può rimanere sorpresi più di tanto dal ritrovamento di questo focolaio. Se non si interviene immediatamente in maniera radicale è facile prevedere che nel prossimo futuro situazioni come questa non faranno che ripetersi, così come le inutili proteste e polemiche.

Si ritiene necessario oggi fare una volta per tutte il punto della situazione, individuando le carenze passate delle strutture regionali che hanno gestito sino ad oggi la lotta al batterio e ridiscutendo l’intera impostazione di quanto messo in campo nella lotta alla Xylella, individuando professionalità e mezzi adeguati per cercare di non ripetere gli errori effettuati fino ad oggi e impostare una più efficiente ed efficace azione di contrasto che metta al riparo dal batterio le zone di agricoltura di maggiore pregio nella regione.