inComunicati Copagri il2 Giugno 2019

Vino, dopo ok a decreto OCM Promozione, disappunto della filiera per mancato confronto con organizzazioni di rappresentanza

Stupisce il fatto che il Ministero dell’Agricoltura non abbia ritenuto opportuno avviare un confronto

Roma, 31 maggio 2019 – È stato pubblicato nella serata del 30 maggio il decreto direttoriale che rende operativa la misura dell’OCM Vino dedicata alla promozione sui mercarti dei Paesi terzi. Si tratta di un bando particolarmente atteso da tutte le imprese vitivinicole italiane perché consente di sostenere l’ingresso dei nostri vini nei mercati extra UE attraverso un importante sostegno  finanziario e di aprire nuove opportunità per i produttori. Proprio per queste ragioni, tenuto conto anche di quanto già accaduto in passato, stupisce il fatto che il Ministero dell’Agricoltura non abbia ritenuto opportuno avviare un confronto pubblico e trasparente con le organizzazioni di rappresentanza per la definizione delle regole e dei contenuti del Bando 2019.

Così le organizzazioni agricole Confagricoltura, Cia-Agricoltori italiani, Copagri, Alleanza Cooperative Agroalimentari, Unione Italiana Vini, Federvini, Federdoc e Assoenologi, riunite nella filiera vino, commentano la pubblicazione del decreto sull’OCM Vino, che fissa il quadro di regole per l’accesso ai fondi europei per la promozione del vino nei paesi terzi.

Un momento di condivisione, peraltro coerente con la nuova impostazione dei rapporti tra imprese e Pubblica Amministrazione avrebbe sicuramente garantito una maggiore aderenza del decreto direttoriale alle finalità che la misura di promozione intende realizzare.

Destano preoccupazioni, in particolare, la decisione di parametrare al fatturato globale della singola impresa, risultante dall’ultimo bilancio approvato o depositato, l’entità massima del contributo richiedibile; i parametri sulla disponibilità di prodotto che potrebbero di fatto impedire la partecipazione di tante piccole e medie imprese; l’applicazione infine dei criteri di priorità definiti, che dà una scarsa valorizzazione in termini di punteggio al criterio che considera la produzione di vini da uve di produzione propria o dei propri associati o conferenti.