inComunicati Copagri il7 Maggio 2019

Xylella, l’archiviazione dell’inchiesta non assolve i gravi e colpevoli ritardi della burocrazia

Battista, i mancati abbattimenti e lo stop al piano Silletti hanno sensibilmente favorito la diffusione del batterio

Bari, 7 maggio 2019 – “Con l’archiviazione dell’inchiesta riguardante la diffusione della Xylella, disposta dalla Procura di Lecce, non vengono assolti i ritardi della burocrazia, che abbiamo ripetutamente lamentato; nel testo dell’istanza, infatti, si legge chiaramente che le molteplici irregolarità, unite al ‘pressapochismo’ e alla ‘negligenza’ nella gestione dell’emergenza, non hanno fatto altro che favorire il diffondersi del batterio, che ha distrutto il paesaggio della nostra bella Regione e causato danni stimati in oltre un miliardo di euro, facendo sì che andasse perso oltre un terzo della produzione olivicola della Regione Puglia, pari a oltre 900mila quintali di olio d’oliva”. Così il presidente della Copagri Puglia Tommaso Battista dopo il pronunciamento di archiviazione del Gip di Lecce nei confronti di dieci indagati, accusati a vario titolo di diffusione colposa della malattia, inquinamento ambientale e deturpamento delle bellezze naturali.

“Con l’istanza, inoltre, viene avallata dalla magistratura una tesi che abbiamo sempre sostenuto, ovvero che il non aver proceduto agli abbattimenti in tempi rapidi e il non aver applicato il piano redatto dal Commissario Silletti abbia favorito sensibilmente la diffusione della Xylella”, aggiunge il presidente della Copagri Puglia, che esprime la propria solidarietà nei confronti degli indagati nell’ambito dell’inchiesta, che era partita nel 2015 e aveva portato al sequestro preventivi degli ulivi.

“Speriamo ora che tutte le componenti istituzionali interessate da questa grave emergenza procedano senza indugio per rallentare la corsa della Xylella nel resto della regione Puglia”, sottolinea Battista, osservando che “i ritardi evidenziati nell’istanza della Procura hanno fatto sì che il numero di piante infette superasse i 10 milioni, comportando un enorme danno per un settore di vitale importanza per l’economia regionale e nazionale, che conta oltre 350mila imprese e rappresenta il 13,59% del totale delle aziende agricole italiane, per un valore della produzione di circa 4 miliardi di euro l’anno”.