inComunicati Copagri il5 Febbraio 2019

Spreco alimentare, segnali positivi, ma c’è ancora tanto da lavorare

Verrascina, puntare su un modello di crescita sostenibile, basato su economia circolare e consumo responsabile

“Nel 2019 lo spreco di cibo ammonta a circa 36 kg all’anno pro-capite per famiglia e fa sì che l’Italia si collochi al 23° posto in una ideale classifica dei paesi più virtuosi dell’Unione Europea; allargando la classifica a livello mondiale il piazzamento dell’Italia è ancora più desolante, in quanto il nostro Paese scende addirittura al 58° posto”. Così la Copagri in occasione della sesta edizione della giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, ideata e istituita dal Ministero dell’ambiente in collaborazione con la campagna Spreco Zero e l’Università di Bologna.

“Come produttori, ma anche come consumatori, non possiamo evitare di riflettere sul fatto che tra gli alimenti più sprecati ci siano il pane, la pasta e l’ortofrutta; fondamentale, in quest’ottica, è partire dal presupposto secondo cui, come emerge con chiarezza dal rapporto 2019 di Waste Watchers e Last Minute Market, in Italia lo spreco alimentare valga oltre 15 miliardi di euro, cifra corrispondente allo 0,88% del Pil”, sottolinea la Copagri.

“Questi numeri, non certo positivi, danno molto da pensare sulla necessità di una reale opera di educazione del consumatore e di una maggiore promozione della cultura del recupero; bisogna puntare con decisione su un modello di crescita sostenibile, che guardi con favore all’economia circolare e al consumo responsabile ed ecosostenibile”, afferma il presidente della Copagri Franco Verrascina.

“Qualche spiraglio positivo si intravede dai dati, emersi dal medesimo studio, secondo i quali continua a crescere di anno in anno l’accortezza dei consumatori in merito a questi fenomeni; è infatti sensibilmente aumentata rispetto allo scorso anno la percentuale di intervistati che dichiara di dedicarsi alle cosiddette ricette di recupero, che controlla la dispensa prima di fare la spesa e che valuta con attenzione la reale necessità di gettare nella spazzatura cibi che potrebbero comunque essere consumati”, osserva Verrascina.

“Dobbiamo lavorare per far radicare in maniera sempre più decisa nelle aziende il principio dell’economia circolare e proseguire sulla strada tracciata dalla Legge 166/16 contro gli sprechi alimentari, approvata oltre due anni fa”, conclude il presidente della Copagri.